mercoledì 18 dicembre 2013
venerdì 13 dicembre 2013
C'è poco da fare:
al di là dei discorsi (oziosi) sulla sua identità, ritengo che Elena Ferrante sia uno tra i migliori narratori contemporanei. Sto leggendo, uscito da poche settimane per i tipi di E/O, "Storia di chi fugge e di chi resta", terza parte de "L'amica geniale".
Pur consapevole dell'instabilità di qualunque ponte tra poesia e narrativa, azzardo a dire che Elena Ferrante compie nei suoi romanzi un'operazione simile a quella che Umberto Fiori compie nelle sue poesie: adoperando un vocabolario e una sintassi elementari, restituisce una visione tutta nuova - mobile, caracollante, friabile; e assieme profonda, ulteriore, inqualificabile - delle cose.
giovedì 12 dicembre 2013
PROUSTIANA (15)
Proust, Sodoma e Gomorra (seconda parte), ed. I Meridiani, vol.2, p. 785
Se un vero scrittore, immune dallo sciocco amor proprio di tanti letterati, leggendo l'articolo di un critico che gli ha sempre attestato la più grande ammirazione, vi vede citati i nomi di autori mediocri, ma non il suo, non ha nemmeno il tempo di soffermarsi su quello che potrebbe essere, per lui, motivo di stupore: i suoi libri lo aspettano.
venerdì 6 dicembre 2013
PROUSTIANA (14)
[sottovoce: la sola Recherche, me ne convinco sempre più, getta sulla letteratura futura un'ombra di almeno un secolo e lì dentro, è chiaro, puoi fare buone cose, ambiziose pure, ma sapendo che c'è quella cosa lì davanti a te. Se ci metti pure che in quegli anni si formava un triumvirato d'oro zecchino (Joyce e Kafka; se vogliamo farlo diventare quadrumvirato, ora che con Proust mi sti sta completando il cerchio, mettiamoci anche Musil, ma un pochetto defilato, però), allora diciamo che il cono d'ombra s'allunga; centocinquanta, duecento anni? Poi penso: Proust dice che ogni scrittore ricomincia da solo, niente può ostacolarlo, niente aiutarlo. Riscrive il suo modellino della realtà (id est romanzo). Magari ha ragione lui. O forse no, è solo falsa modestia.]
giovedì 5 dicembre 2013
Banalità di pensiero
Sensibile ai linguaggi e alle loro retoriche, mi trovo d'accordo con questo post, che vi invito a leggere.
lunedì 25 novembre 2013
Gioco mortale
Oggettivarsi artisticamente è una delle azioni più gravi che oggi si possano commettere nella vita, poiché l'arte è la salvezza dal narcisismo; l'oggettivazione artistica, al contrario, è narcisismo puro. È l'artista perennemente adolescente che si fissa, innamorato di se stesso, nella propria adolescenza. Gioco mortale in cui non si gioca per ricrearsi ma per morire. Ogni narcisismo è un gioco con la morte.
(da María Zambrano, "La confessione come genere letterario")
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Testi: prosa
mercoledì 20 novembre 2013
PROUSTIANA (13)
[Se il corpo dello scrittore, la vita, i vizi, le pose oggi si fanno merce di propaganda, tavola di scrittura "avanti lettera", ecco la voce, la voce dove tutto origina, tutto ritorna. Perché solo per quella voce tu avanzi dentro una foresta di centinaia e centinaia di pagine, migliaia di frasi. La voce esiste senza corpo]
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