Per l'onore mio e dei miei colleghi, ci tengo a sottolineare la nostra estraneità a certe sozzerie esistenziali e letterarie che circolano su di noi e che ho ragione di credere facciano presa sui lettori, visto se non altro il peso del blog ospite.
(Se questo è il livello della nostra raccontistica, non ho problemi a professarmi filoamericano).
lunedì 11 marzo 2013
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L'ho trovato prevedibile, in fondo, e sciatto nella scrittura.
RispondiEliminaNon te la prendere, Edoardo. E' il rischio che si corre con la letteratura sociologica; il discrime fra cattiva finzione e supponente indagine socio-culturale sfuma al punto tale che non è né l'uno né l'altro e magari prende il peggio sia dall'uno che dall'altro. E capita che qualcuno, mercé la patina lievemente finzionale, si incazzi o si risenta perché non è la giusta rappresentazione (come se non avesse letto un racconto, o un tentativo consimile, ma un reportage saggistico con numeri e date da contestare). Ricordo anni fa quando uscì il film "L'ultimo bacio": cazzo, noi trentenni non siamo così, siamo altro...tranqulli, bimbi, è solo un film...di questi tempi poi c'è la letteratura precariata o precavariata che tira molto ancora, ahinoi....
RispondiEliminaForse è vero, non si sente l'intonazione ironica. No, non è quello il punto. Non sono così scemo da prendermela per un pezzo di narrativa, cattiva per di più. L'unica cosa che mi premeva segnalare è la desolante pochezza letteraria di questo racconto.
RispondiEliminaOvvio, Edoardo, che non mi riferivo a te né alla credulità del lettore tipo (anche se nei commenti presenti sul sito, fra i quali c'è il tuo, qualcuno ha commentato: "Sì, sì siamo così" o "no no non siamo così"). Il mio riferimento era alla fragilità, anche un po' trita, della letteratura della categoria: sociologica, politologica, psicanalitica, che scava i confini di quelli nella 'condizione di'. Secondo me il potenziale di debolezza o opacità finzionale è altissimo proprio perché si sfiora il cattivo reportage e non si tocca la finzione vera.E' una roba ambigua, molto scivolosa. Anche se altamente remunerativa nell'immediato.
RispondiEliminaSe non vi spiace, tenterei una difesa d’ufficio del pezzo in questione. Ovvero una breve analisi, con un’opinione tutta mia.
RispondiEliminaPerò, per non increspar le acque, mi esprimerò sul sito originario.
OMAGGIO A SIMONE CATTANEO
RispondiEliminaStanotte in chat ho arpionato una tipa.
Ogni volta il marito fa il turno di notte alle acciaierie, lei è sola e
io sono uno rapace.
Dopo aver raccontato un po’ di cazzate simili e prima di dirci i nomi
abbiamo acceso la cam. L’avrei guardata meglio in faccia
se già non fosse stata nuda: comunque non era uno di quei cessi
dove con qualche deca mi svuoto
quando mi sento pieno e ho voglia di esplodere. Nell’angolo basso del video
un marmocchio di forse dieci anni con l’iPod alle orecchie
ronfava metallico, inghiottito dal divano.
Alla fine ho inondato lo schermo centrando la mia tipa proprio sugli occhi
dai quali lo sperma trasparente ha cominciato a colare
come se lei si agitasse e piangesse. Invece godeva.
Non ricordo di aver mai riso tanto.
Carlo Bucoschi