mercoledì 30 ottobre 2013

San Giuda apostolo (non meteorologico)


Una lettura molto suggestiva dell'ultima performance di Cattelan.

1 commento:

  1. Il post meriterebbe risposta ben più qualificata ma, a ogni modo, io abbozzo una reazione (non
    contraria, s’intenda).
    Riferendomi al pezzo di T.S. trovo l’argomento assai allettante, persino ammiccante: qui si tratta di arte in generale con tante implicazioni e dubbi, di significanti e significati, un po’ provocatorio senza dubbio.
    Il gigionesco Cattelan appioppa un bel colpo, sull’affermazione identitaria, come due facce della stessa medaglia, di piani sostanzialmente diversi: questione di punti di vista? Al limite dello psicologico, qualcosa tra ego, superego e alter ego: a ognuno i suoi compiti ma con gli stessi obiettivi.
    Il resoconto è pure suggestionante. È tempo di Halloween! Aleggia il fantasma di Giuda, ingenerato o autogenerato, tra le pagine, le pieghe e i risvolti di stenti creativi. Il tradimento come affermazione dell’esatto contrario o contraddizione di se stessi? La controversia è assai subdola. Occorre maggiore consapevolezza di sé? È cosa non facile saper vedere dentro di sé. Riconoscere o distinguere la natura malvagia da quella buona? Talvolta è impossibile.
    Mi vengono in mente tante domande, cui non voglio o posso dare risposta.
    Penso infine a quel Giuda bistrattato che è dentro di noi pronto a schizzar fuori al momento opportuno. Parla con gli altri, si rivolge al pubblico, sentenziale e parabolico, tira le fila del discorso, ci si affianca e talvolta ci supera.
    È come uno di quei magnifici demoni Stavrogin Verchovenskij, per intenderci, così combattuti nell’interiore seppur assiomatici e ineludibili.

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