mercoledì 20 novembre 2013

PROUSTIANA (13)



[Se il corpo dello scrittore, la vita, i vizi, le pose oggi si fanno merce di propaganda, tavola di scrittura "avanti lettera", ecco la voce, la voce dove tutto origina, tutto ritorna. Perché solo per quella voce tu avanzi dentro una foresta di centinaia e centinaia di pagine, migliaia di frasi. La voce esiste senza corpo]

7 commenti:

  1. Caro D.L. dove sta la superba citazione? È nella Recherche?
    Comunque…
    Io lo sapevo che il vero Masterpiece sta qui (beninteso, non solo qui): dove le parole assumono un significato particolare, assurgono alla dignità preposta, disvelano artifici, rincorrono attinenze recondite.
    Non costituiscono un semplice fatto narrativo, un’azione piana, una replica per quanto assonante (associativa) di meccanismi consueti (colui che va e agisce non si sa perché o percome).
    Rivelano invece aspetti quantomeno desueti cui non siamo più abituati.
    Procurano stupore (è un concetto che tutti comprendono ma pochi rispettano), talvolta ci spiazzano ma lasciano sul palato (a dirle, le parole) un’acquolina invitante. Producono quella “voce incorporea” fatta di tante parole (stilemi) cercate addietro col lanternino (qualcuno direbbe nell’anima).
    Io, d’altronde, non voglio sentirmi “calato nel personaggio”, non ho bisogno di veder confermate le mie idiosincrasie, men che meno i miei vezzi o le mie poche virtù; basterebbe uno specchio, non un reality.

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  2. Caro Marco,

    se per "citazione" intendi il corsivo tra parentesi è semplicemente un mio pensierino, null'altro, sbocciato in coda al precedente post. Nelle pillole proustiane che inserisco su questo blog le citazioni del divino Marcel sono rigorosamente in tondo, le mie eventuali postille in corsivo tra parentesi quadre.

    D.L.

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  3. Pardon, lo stile è citazionista, la riflessione superba.
    È l'opinione d'un maître à penser.
    L'influsso del grande francese si sente, eccome.
    Complimenti.

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  4. Scusa se mi dilungo ma ho trovato illuminante quel che segue (a partire dal tuo incipit).
    Dopo Masterpiece la Rai si rivaluta con trasmissioni come “Pane quotidiano”.
    Assolutamente da non perdere è la puntata di oggi “Parole e voce di C. E. Gadda” che si lega perfettamente al tuo post sulle “voci”. Con il senno di Pietro Citati e il timbro di Fabrizio Gifuni.
    Qui è la replica web:
    http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-88e29f8c-8563-44b2-b082-2a5dc2a0d731.html

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    Risposte
    1. Grazie mille; ho visto recitare Gadda da Gifuni alla Braidense di Milano nel contesto di un parallelo col il (mio) sublimissimissimo Dossi: una coppia meravigliosa

      D.L.

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    2. Non ti offendi se dico di non aver mai letto Carlo Dossi, vero? Mo ci provo! Tanto per aver un’infarinatura: tu che consigli?
      Permane in me un vago ricordo del movimento “scarruffato” (sic!) affrontato negli anni di scuola, ma l’impronta è tuttora scolpita nella mente: lo stimolo dello “a prescindere”, la voglia di sperimentare, innovare, ribaltare.
      Intanto attacco con “La desinenza in A”, mi viene così per caso, scaricato giù da internet.
      Il tono è altisonante e declaratorio. I “superlativissimi” (tu ne hai fornito un indizio) affascinano. “Interpunzione e accentazione” inducono alla lettura ad alta voce.
      Ho sotto mano il canovaccio di un manifesto letterario: sono ancora in “marginalia”.
      Colpisce soprattutto l’uso di parole oggidì inconsuete: possibile che le abbiamo (le abbiano) così facilmente dimenticate?
      Grazie Marco

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    3. "La desinenza in A" è un capolavoro nella letteratura asfittica dell'Italia negli ultimi due secoli; ma se ti va, pensa anche all' "Altrieri". Aveva 19 anni! In quegli anni c'erano ancora i tardoromantici e iniziava a primeggiare Carducci: un testo cento volte in avanti rispetto a tutta l'Italia una roba europea. Io sto lavorando adesso sulle "Note azzurre" (en passant; perché la Recherche" divora tutto e non posso né voglio leggere altro per l'anno che - credo - ci vorrà per finirla): nella penuria della diaristica italiana accanto allo "Zibaldone" non credo ci sia altro.

      D.L:

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