sabato 19 maggio 2012

Circoletto viziosetto

Ho poca memoria.
Per esempio: dei libri che leggo, dopo pochi giorni non ricordo pressoché niente.
Questo è un grande vantaggio quando scrivo: non sono imbrigliato in debiti, manierismi, ammicchi, rimandi, eccetera; perciò credo che la mia fantasia sappia muoversi con buone rapidità e autonomia.
Però è una vergona quando sono a cena con qualcuno: quasi mai riesco a parlare decentemente di una lettura comune, quasi mai posso adoperare attacchi tipo: "Come disse", quasi mai so illustrare il percorso letterario di questo o quell'autore. Appaio ignorante, superficiale, autocentrato. E così ci resto male e finisco per bere troppo.
E poi il bere nuoce alla memoria...

5 commenti:

  1. Io invece sono condannato da una memoria segugia, fetentissima (non solo nelle letture, purtroppo anche nell'esperienza in genere, il che è un gran iattura). Anche se delle decine e decine di migliaia di pagine lette nei decenni ti monta su la rabbia nel poter rammemorare solo una porzione di quelle emozioni intense e profonde che le hanno accompagnate, più che il ricordo nudo e crudo, e fine a se stesso, dei contenuti. Che contano poco, rispetto al bagaglio di vitalità, entusiasmi che ciascun viaggio di carta si porta appresso. D'altra parte, come recita un vecchio adagio, meglio dare l'idea di essere stupido tacendo che aprire la bocca e confermarlo. Quanti sono i letterati(ci) che florilegiano a gogò citazioni d'ogni dove con trapianti abrupti da volumi mai letti, neppure consultati? E quanti quelli che si abbandonano a esegesi dotte in particolar modo su classici, superclassici, classicissimi (vedi la letteratura greco-latina) senza averli mai letti, non dico in lingua originale, ma neppure in una traduzione appena appena dignitosa?

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  2. Qualcuno scriveva che le radici dell'immaginazione non pescano tanto nella terra della memoria quanto nelle acque dell'oblio.

    Solo che ehm, non ricordo chi lo ha detto.

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  3. Io invece ho un'ottima memoria selettiva: mi ricordo parti di libri, frasi, punti di vista, ma dimentico completamente il resto. Così certi libri diventano interpretazioni dimezzate. Sempre che sia possibile che un libro arrivi alle sue massime potenzialità nelle orecchie di un lettore.

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  4. e penso a primo levi che in pieno lager si ricorda/non si ricorda del canto di ulisse nella commedia...

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