domenica 13 maggio 2012

Cose (mai) dette

A proposito di pensierini detti, ridetti, mantrugiati, espettorati, mi riaggalla questa reminiscenza universitaria, di quando preparavo l'esame di Egittologia, fra gli altri, sul ponderoso tomo dell'egittologa Edda Bresciani, demotista di vaglia.
Dalla tomba del re Antef (grosso modo Medio Regno, 2100 a.C.) appunto qui qualche excerptum, direi, di senso pieno. Nella sua genuinità di un spessore senza bisogno di commento.

IL LAMENTO DELL'ARPISTA

Periscono le generazioni e passano,
altre stanno al loro posto, dal tempo degli antenati;
i re che esistettero un tempo
riposano nelle loro piramidi,
son seppeliti nelle loro tombe
i nobili e i glorificati egualmente [... ]
Nessuno viene di là,
che ci dica la loro condizione,
che riferisca i loro bisogni,
che tranquillizzi il nostro cuore,
finché giungiamo a quel luogo
dovo sono andati essi.
Rallegra il tuo cuore:
ti è salutare l'oblio. [...]
Pensaci,
passa un giorno felice
e non te ne stancare.
Vedi, non c'è chi porta con sé i propri beni,
vedi, non torna chi se n'è andato.

(trad. Edda Bresciani)

da Letteratura e poesia dell'Antico Egitto, Torino, Einaudi, 1990 

1 commento:

  1. Ci credereste se dico che il ponderoso libro di Edda Bresciani sulla letteratura egiziana antica, ce l’ho anch’io e in gran parte l’ho letto: mi interessava risalire a primordiali canoni letterari, in aggiunta alla particolare attenzione per una cultura così affascinante. In effetti oltre a numerosi componimenti di carattere apologetico, celebrativi del potere o della religione, si possono trovare tanti piccoli insegnamenti sugli stili di vita e sugli obiettivi artistici estremamente genuini di epoca faraonica.
    Tanto per rallegrarci un po’, mi piace riprendere alcune perorazioni sul lavoro degli scribi dalle “miscellanee scolastiche” di età ramesside:
    “Non c’è mestiere buono come quello di scriba.
    Sii scriba: ti salva dalla fatica e ti protegge da ogni tipo di lavoro. Ti tiene lontano dal portare la zappa e la marra, e dal portare un cesto. Ti tiene lontano dal manovrare il remo e ti preserva dai tormenti, poiché non sei sotto numerosi padroni e numerosi superiori. […] lo scriba, lui, è alla testa di tutti i tipi di lavoro in questo mondo.”
    Ed anche:
    “Lo scriba colto di spirito, paziente nella discussione, alle cui parole ci si rallegra, quando sono udite, abile nei geroglifici, che niente ignora; è un campione di valore nel lavoro di Sescet, un servitore del Signore di Ermopoli nella sala di scrittura, un istruttore degli assistenti nell’ufficio della scrittura, il primo fra i suoi compagni, che è alla testa di quelli con cui si trova, un principe dei suoi contemporanei, di cui non c’è l’eguale;”
    E sì, sarà pure prosaico ma gli egizi la sapevano lunga!

    RispondiElimina