martedì 5 febbraio 2013

La finezza


I momenti di raffinatezza nascondono un principio di morte: niente è più fragile della finezza.

(da E. M. Cioran, "La tentazione di esistere").



4 commenti:

  1. Cioran ha detto e disdetto un'infinità di cose. per esempio:
    “Ho dentro di me una confusione e un caos tali da non sapere come l’animo umano possa sopportarli. Troverete in me tutto ciò che vorrete, assolutamente tutto.
    Sono un essere degli albori del mondo, in cui gli elementi non si sono cristallizzati, in cui il caos primigenio è alle prese con il suo folle turbinio. Sono la contraddizione assoluta, il parossismo delle antinomie e il limite delle tensioni; in me tutto è possibile,perché sono l’uomo che riderà nel momento supremo, davanti al nulla, nell’agonia della fine, nell’istante dell’ultima tristezza.”
    p.101 (Al culmine della disperazione…)
    "Tutte le poesie che avrei potuto scrivere, che ho soffocato in me per mancanza di talento o per amore della prosa, vengono improvvisamente a reclamare il loro diritto di esistere, mi gridano la loro indignazione e mi sommergono.
    Il mio ideale di scrittura: far tacere per sempre il poeta che è in noi; liquidare le nostre ultime vestigia di lirismo; andare contro ciò che si è, tradire le proprie ispirazioni; calpestare i propri slanci e persino i propri disgusti.
    Ogni sentore di poesia avvelena la prosa e la rende irrespirabile.(dai Quaderni1957 - 1972)

    "Per scrivere, ci vuole un minimo di interesse verso le cose; e bisogna anche credere che possano essere afferrate o almeno sfiorate dalle parole - non ho più né questo interesse né questa convinzione...
    Se potessi scrivere tutti i giorni un salmo, quanto ne sarebbe alleviata la mia sorte. Ma che dico, scrivere! Se almeno potessi leggerne uno, uno soltanto! - I due maggiori saggi dell'Antichità al tramonto: Epitteto e Marco Aurelio, uno schiavo e un imperatore.

    che ne pensate?
    M. Grazia Ferraris

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  2. Cara Maria Grazia, lo stesso Cioran parla con grande lucidità di sé in "Un apolide metafisico", definendosi un pensatore asistematico (non sono a casa, se ha pazienza recupero la citazione tra un giorno o due; ricordo comunque che parlava in modo assai interessante del pensiero aforistico come unico pensiero possibile).
    E poi, "Al culmine della disperazione" è il suo libro d'esordio, scritto a vent'anni e parzialmente disconosciuto dallo stesso Cioran.

    Tutto ciò, sia chiaro, non perché io sia l'avvocato difensore di Cioran, ma per amore di precisione.
    Credo infine che se si voglia argomentare attorno a una citazione estrapolata da qualsivoglia contesto, sia poco pertinente mostrare eventuali contraddittorietà nel corpus dell'autore.

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  3. Su quest'ultima affermazione hai certamente ragione...e il pensiero aforistico nella sua saggezza in pillole è certamente interessante, ma non volevo argomentare, volevo prendere le distanze. Ma questo vale per me. M. Grazia

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  4. Capisco, Grazia.
    Credo solo che la tua rispettabilissima presa di distanza da Cioran c'entri poco con la citazione del post. Ma capisco anche che la radicalità di Cioran, nel bene o nel male, sommuova, inviti a riflettere, a schierarsi pro o contro.

    Vado ad addentare delle commoventi lasagne al forno.

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