Sampierdarena. Ufficio postale.
Devo spedire una raccomandata con ricevuta di ritorno per disdire il contratto di telefonia fissa. Agata dorme beatamente nel passeggino.
Prendo il numero dalla macchinetta erogatrice. P14. Leggo il display. P11.
Mi avvicino agli sportelli. Scruto, alla mia sinistra, un espositore in cartone. Rosso fiammante. Devio verso l'espositore. Dentro, divise in tre colonne da quattro (o in quattro colonne da tre?), ci sono dodici pile, ciascuna contenente un titolo della collana "Live", quella della Newton Compton a 0,99 euro.
Dlin.
P12.
Mi allontano dall'espositore. Mi riavvicino all'espositore. Scorro i dodici titoli. Sono tutti classici. Ne ho letti nove su dodici. Mi domando se sia un vanto o una vergogna. Do un'occhiata ad Agata. Dorme.
Dlin.
P13.
Mi allontano dall'espositore. Mi riavvicino all'espositore. Do un'occhiata ad Agata. Muove un braccino. Lo arresta. Dorme, dorme. Faccio un altro passo, lentissimo, verso l'espositore. Mi guardo intorno. Arraffo "Le notti bianche" di Dostoevskij e "Il ballo" della Némirovsky.
La cassiera della minilibreria si affaccia dal suo box semicircolare e mi fa: "E pensi che c'è un ulteriore sconto del 15%!"
"Ma no!"
"Ma sì!"
"Ma guarda!", e le allungo d'impulso i due libri.
Dlin.
P15.
Come P15?
Corro allo sportello, manovrando con malgarbo il passeggino. Agata brontola.
"Mi scusi, io avrei il 14!"
"L'ho appena chiamato. Comunque: mi dica," squittisce una signorina bionda, minuscola, più brutta che bella, con due enormi orecchini color argento.
Le dico. Faccio quel che devo fare. Agata brontola e ribrontola. Pago, saluto. Mi volto indietro. Il P15, non può che essere lui, mi guarda male. Agata si è indubitabilmente svegliata. La cassiera della minilibreria mi fa: "I suoi libri! Non li prende?"
"Oh!", le faccio.
Estraggo il portafogli dalla tasca della giacca, apro il taschino degli spiccioli, prendo una moneta da due euro, la soppeso.
E mentre mi domando se sia legittimo acquistare due libri di quella collana lì, per di più in questo posto qui, Agata dà in un pianto quieto, ostinato, monocorde, che sfarina i miei tormenti.
Anche da qui, lontana da Genova, ho visto quella signorina bionda. Grazie, Claudio!
RispondiEliminae tu pensa che io li piglio direttamente sull'e-reader che mi hanno regalato per i miei quarant'anni...ah, ma genova, genova, genova...saluti, ricky
RispondiEliminaClaudio, ottima chiusa: "un pianto quieto, ostinato, monocorde, che sfarina i miei tormenti". Mi piace.
RispondiEliminaPer chi fosse interessato, ricordo che a Genova si svolge il Festival della Poesia dal 16 al 23 giugno. A partire dal Bloomsday (a me tanto caro). Questo è il link: www.festivalpoesia.org
Io li ho trovati al supermercato gli 0,99. Ho faticato a farmi dare il resto.
RispondiEliminaVedo che sei in un periodo esistenzialista. Buon per noi.
RispondiEliminaEsistenzialista? Non mi sembra. Era ironia...
RispondiElimina