Ieri.
Passo nella mia libreria preferita, Falso Demetrio, a ritirare due cose: il secondo numero di Costola, una rivista che mi pare interessante; e, su antico suggerimento dell'amica Giovanna Piazza, "Il narratore. Considerazioni sull'opera di Nikolaj Leskov" di Walter Benjamin.
Mentre chiacchiero con Ilaria, la libraia, prendo in mano la rivista, sbircio la copertina, sorrido, la infilo nel borsello; poi prendo in mano il libro di Benjamin. Sbircio la copertina. Sotto il titolo leggo: "Note e commento di Alessandro Baricco".
Ho un qualcosa tra il brivido e il sussulto.
Volto il libro. Ho un qualcosa tra il sussulto e la doglia. In quarta di copertina c'è una nota di A. B. che recita: "Il lascito di un profeta, e a tratti la consegna di un amuleto, e in definitiva il regalo di un segreto".
Pago, nascondo il libro nel borsello, esco dalla libreria, mi infilo nel primo bar, ordino un Negroni.
Vuommi (ancora) bene, per favore.
RispondiEliminaLo lessi in "Angelus Novus", edizione Einaudi, a cura di Renato Solmi.
Giovanna, non temere: per leggere Benjamin sono disposto a sopportare ben altro.
RispondiEliminaIl testo (baricchite a parte; l'ho letto nella stessa sede dove l'ha reperito Giovanna) è straordinario (pur non avendo mai letto Leskov, per quanto mi consta).
RispondiEliminaUn passaggio, fra tutti:
Il narratore è uno che "potrebbe lasciar consumare il lucignolo della propria vita alla fiamma misurata del suo racconto"
D.L.
Altro che Benjamin, altri che Negroni.
RispondiEliminaQuel che ci vuole per tirarsi su è uan bella Costolata!
Ottima scelta e grazie per questo post che tange.
Quando tutto tange alla fine si fa centro. (questa non so se c'entra)
Avevo letto male: trattasi di "Note a commento".
RispondiEliminaE nel frattempo ho letto il libro.
Non fatemi aggiungere altro.