martedì 28 febbraio 2012

Un lusso necessario

Scusate la stupidaggine: mi permetto di proporvi il corto d'animazione fresco vincitore dell'oscar. Non ci occupiamo ancora di cinema, non direttamente almeno, ma quando il cinema parla di letteratura (o meglio, qui si tratta di lettura) vale la pena buttarci un occhio.
Che l'Accademy abbia deciso di premiare questo corto e non gli altri è probabilmente per ragioni essenzialmente tecniche; tuttavia è interessante constatare come il tema della lettura tenga banco anche a Hollywood. Qui l'idea suggerita, certo in modo ingenuo e cioccolatinoso, ma efficace, è la necessità della letteratura alla vita, che passa dal bianco e nero al colore al contatto con un libro.
Stupidino, no? Eppure funziona. E non solo con i bambini.

venerdì 24 febbraio 2012

"Fuggiam gli ardori inospiti.."

Andando ieri sera alla Scala per vedere l'Aida con una mia classe. Perdonerete, saranno pure tutti quei costumi, le sontuose scene, i colori, i timbri, il fraseggio esotico di "Immenso Fthà", le danze conturbanti, cavalli e cavalieri in scena, stucchi dorati e velluti rossi (compresa una stecchetta in esordio di Radamès e qualche buu tipicamente loggionista al povero Amonasro), ma mi veniva di pensare a una cosa. Palinfrascando, che è mia somma specialità, pensavo a quanto la romanzeria dei giorni nostri abbia perso per strada la capacità, il coraggio del fantastico, parente stretto, strettissimo del meraviglioso aristotelico. Costretta a narrare il becero, insulso quotidianese, le solite turbe salottier-borghesucce, si è fatta così anemica, agorafobica, generazionale, classista per certi versi. Incapace di volare oltre; non che servano Ippogrifi e peregrinazioni picaresche, eppure quella, sì, propria quella fantasia infantile, che si chiamava sbrigliata, senza bavagli, si è come dissolta. Figli di epoche della paura, intimoriti, per nutrire di fantasia il narrato e il narrabile, è vero, ci vuole molta audacia, decisione a rischiare la rottura, l'infrazione. Osare non è tipico delle lande timorose. Tornando al palcoscenico, chiudo chiosando con una battuta del grande Carmelo, Bene nazionale (quest'anno ricorre il decennale dalla morte, fra l'altro). Parlando dei drammaturghi coevi, li apostrofava così: " Avete portato il teatro fra la cucina e il cesso, stronzi!".

mercoledì 22 febbraio 2012

Al lettore: benvenuto


Dopo più di quindici anni ed esperienze di ogni genere, Atelier, come ampiamente annunciato, rinnova il proprio gruppo redazionale. Per i dettagli, il rimando è naturalmente qui.
Com'è evidente, la prima esigenza per un gruppo di persone che lavora insieme è quello di comunicare tra loro. Ma una riunione redazionale frequente non è ipotizzabile se i redattori vivono, lavorano e studiano a centinaia di chilometri l'uno dall'altro. Inoltre, perché il gruppo funzioni bene, il confronto dovrebbe essere quotidiano, o quasi.
Seguendo questa linea di ragionamento, qualcuno di noi aveva azzardato l'idea di un blog. Perché no, ci siamo detti? Ma i no, in effetti, c'erano, e non erano pochi. «Chi lo segue?», «E se poi lo lasciamo morire?», «E se poi arrivano torme di rompiballe?», «E se poi ci accorgiamo che non funziona?», «Ma come funziona un blog?», «Ma che cos'è un blog?».

Superate queste difficoltà, battezziamo «Varie ed eventuali» come un esperimento nato sull'onda dell'entusiasmo per l'aggregazione della nuova redazione; un entusiasmo, però, con radici salde e profonde, stabilite in un gruppo di lavoro serio e collaudato, che ci fa ragionevolmente credere a un futuro tranquillo e produttivo. E che sia glorioso o meno francamente non ci interessa, date le finalità che ci siamo proposti; vale a dire, innanzitutto, stabilire un dialogo vero, frequente e magari anche acceso tra di noi, nel miglior surrogato possibile di una Riunione Redazionale Permanente.
Ovviamente il lavoro della redazione non si esaurisce qui: il blog sarà un semplice canale per idee, spunti, notizie e testi. Il nostro punto di riferimento, e il motivo stesso per cui esistiamo come gruppo di lavoro, è la produzione della rivista, cartacea, trimestrale, per la cui realizzazione questo spazio vuol essere un semplice calderone di elaborazione di idee. Il titolo stesso, Varie ed eventuali, è abbastanza esplicativo, oltre che significativo della varietà dei nostri percorsi personali e dei nostri campi di competenza: la formula che chiude ogni o.d.g. apre il nostro, nell'intenzione di dare vita a un incontro perpetuo, dove stare insieme per il semplice piacere di esserci e di parlarci, animati da uno spirito comune aperto alle questioni più varie, magari anche più leggere e svagate.
Il gran chiacchierare che ne abbiamo fatto ha prodotto questo: un blog aperto, visibile a tutti, dove ognuno di noi ha il titolo di autore e ogni visitatore può liberamente commentare i post.
Varie ed eventuali non è quindi un bollettino, né un blog culturale, né una rivista online. Non pretende di essere interessante né istruttivo per chi, estraneo, ci capiti. Non è altro che una finestra aperta sul nostro atelier. Se poi la creatura si rivelerà gradita a navigatori, simpatizzanti, curiosi o perdigiorno (e naturalmente ce lo auguriamo), tanto meglio per tutti. Buona lettura.

martedì 7 febbraio 2012

Benvenuti

Benvenuti nel blog della rivista Atelier.
Nel giro di qualche giorno si avvieranno i lavori della nostra riunione redazionale permanente. A breve la data...