sabato 31 agosto 2013

Danilo Soscia


Nel 2010 lessi "Condòmino. Storie per 36 interni" di Danilo Soscia. Il libro era uscito due anni prima.
Quella scrittura mi avvinse e stupì. Mi avvinse e stupì ancor più quando scoprii che Danilo - nato nel 1979 - aveva scritto "Condòmino" non ancora trentenne.
Era una maniera perentoria di scrivere, la sua: le parole e le immagini, sempre nette, mai casuali, aprivano continui spiragli sull'indicibile pur suscitando - nel contempo - una teoria di disegni sicuri, una materia tridimensionale, incandescente.
Ci siamo scritti, Danilo e io, in questi anni; e credo si sia stabilito un bel rapporto di stima reciproca.
Mesi fa ho avuto il privilegio di leggere per intero il suo romanzo inedito, "I funerali della scimmia. Parabole dei giorni tristi", di cui due brani (o meglio: parabole) appariranno sul n° 71 di Atelier, di imminente uscita.
Non voglio fare pubblicità ai "Funerali": sia perché non sono sicuro che Danilo sia alla ricerca di uno strillone, sia perché è già troppo il fracasso mediatico attorno alla letteratura, a discapito della letteratura stessa.
Voglio solo dire che reputo "I funerali" un libro eccellente, e la scrittura di Danilo Soscia una tra le più notevoli degli ultimi anni. Perciò, mi auguro che in tanti possano godere quanto prima del mio stesso privilegio.

"I funerali della scimmia. Parabole dei giorni tristi" comincia così:

Questo è il mondo, adorata scimmia.
Guardalo.
È la nostra casa che brucia.
È la strada che abbiamo attraversato insieme un milione di volte.
Nulla è stato portato in salvo.
 


venerdì 30 agosto 2013

Margaritas ante...


Certi scrittori sono come i porci; sono buoni solo dopo morti.

mercoledì 28 agosto 2013

VISITA GUIDATA - Dialoghetto satirico su (certa) arte contemporanea

Personaggi
G. - Guida
B. - Bambino di 12 anni
Dir. - Direttore della mostra

* * *

G.: e queste sono le opere della nostra attuale mostra temporanea...
B.: cosa vuol dire mostra temporanea?
G.: che è qui solo per poco tempo...
B.: e le bottiglie poi le buttano?
G.: (sorpreso) quali bottiglie?
B.: quelle lì tutte tagliuzzate...
G.: quelle?
B.: sì, quelle!
G.: bottiglie? Tagliuzzate? Quelle sono opere!
B.: opere - cosa vuol dire?
G.: vuol dire che sono in mostra
B.: come fosse arte?
G.: bambino! Quella E' arte!
B.: allora ha un certo valore...
G.: Ma certo! Vedo che cominci a capire...
B.: e che valore può avere quell'opera, per esempio?
G.: quella? Direi sui 20.000 euro.
B. 20.000 euro?
G. 20.000 euro, confermo; e forse anche qualcosina di più.
B.: scusi, ma perché se io la compro al bar una bottiglia d'acqua costa 1.50, al massimo 2 euro, mentre quella bottiglia tagliuzzata e colorata di rosso ne costa 20.000, di euro?
G.: non puoi capire, sei ancora un bambino...
B.: ma io voglio capire!
G.: capirai quando sarai grande!
B.: ma è proprio per questo che voglio capire ADESSO!

G. si rivolge sottovoce al direttore permanente della mostra temporanea che sta ascoltando il dialogo nascosto dietro a un'opera d'arte che ha tutta l'apparenza di una tenda di plastica (del tipo di quelle che si usano per le docce, con sopra motivi marini, marinareschi e subacquei) ma, ovviamente, non lo è.

G.: che faccio?
Dir.: prenda tempo che penso al da farsi.
G.: d'accordo. Vedi bambino...
B.: non sono un bambino!
G. vabbé – ragazzo?
B.: ragazzo va meglio
G.: senti ragazzo noi qui si lavora da mattina a sera, sai?
B.: con le bottiglie?
G.: certo che no. Ci sono anche altre opere...
B.: come quelle conchiglie giganti di plastica che si vedono in giro?
G.: bravo!
B.: e perché le avete messe?
G.: anche questo lo capirai quando sarai grande...
B.: ma le avete messe dappertutto...
G.: è arte che vuole parlare a tutti!
B.: sì, ma se io riempio la mia casa e poi il cortile mio e quello del mio vicino e poi quello della scuola e poi quello della casa del direttore e così via di tutti i miei disegni e trovo il modo di appenderli così che nessuno riesca più a staccarli dal muro, dopo un po' tutti non vedranno l'ora di sbarazzarsi dei miei disegni e mi giudicheranno un prepotente.

G.: (preoccupato, al direttore) che faccio? Qui la situazione precipita!
Dir.: sto pensando, non mi faccia fretta!
G.: vedi ragazzo, il nostro artista sa quello che fa; ha ricevuto riconoscimenti...
B.: dalla nettezza urbana?
G.: dalla nettezza urb... Ma cosa mi fai dire! Dalla sovrintendenza dell'intendenza della sovrana intenditrice!
B.: ah! Ed è una cosa importante?
G.: la più importante che ci sia!
B.: allora perché non chiama l'artista in persona e mi fa spiegare da lui che cosa vuol dire quella bottiglia da 20.000 euro?
G.: il nostro artista non può parlare ai bambini, non ha tempo. Ma fa un programma televisivo al pomeriggio, proprio dedicato ai ragazzi, dove spiega tutte queste cose..
B.: io la televisione non ce l'ho...
G.: ma puoi venire a vederla qui da noi!
Dir.(da dietro la tenda, sottovoce): Bravo! bel colpo!
G.(sottovoce): grazie - ma si sbrighi, questo è tremendo!
Dir.: moderi il tono. Io sono il suo direttore!
B.: con chi sta parlando?
G.: no niente - stavo dando alcune istruzioni all'addetto alle pulizie che sta lavorando lì dietro
Dir. (sottovoce) Addetto alle pulizie? Dopo facciamo i conti..
B.: ah – beh, allora io vado...
G. (sollevato): oh mi dispiace, addio...
B.: ...vado a dire al papà di farsi restituire i soldi del biglietto; mio papà mi ascolta e si farà sentire anche dal preside...
G.: perché?
B.: ci avete invitato – me e la mia classe – alla visita guidata di questa mostra, e a una mia precisa domanda lei ha risposto che sono troppo piccolo per capire...
G.: oddio-ddio-ddio!
Dir (da dietro la tenda): ci sono! Venga qui un momento che le spiego...
G.: puoi scusarmi un momento? Vado un attimino a sistemare quell'opera, qualcuno deve averla toccata...
B.: la tenda della doccia?
G.: sì; cioè no – quella è un'opera d'arte, s'intitola “concetto marino”... (va dietro la tenda, dal direttore)
finalmente – allora?
Dir.: quel ragazzino arrogante si merita una lezione. Sa come facevano una volta? Lo si legge anche nel Pinocchio, possiamo dire di avere ascendenze nobili...
G.: ascendenze nobili? Che vuol dire?
Dir.: La vede quella bottiglia vuota di fianco all'opera?
G (con trattenuta indignazione): signor Direttore guardi che quella bottiglia vuota, come dice lei, fa parte dell'opera...
Dir.: Ah sì? Beh, meglio così, l'effetto sarà più pedagogico, diciamo. Dunque, lei prende la bottiglia...
G.: sì...
Dir. La riempie di sabbia
G.: si-i?
Dir.: e ci friziona le spalle e la schiena del ragazzo!
G.: ah, la pedagogia contemporanea... Ma poi se ne accorgeranno!
Dir.: scherza? A differenza del bastone, la bottiglia di plastica piena di sabbia non lascia segni e fa più male!
G.: ma il ragazzino parlerà...
Dir.: diremo che si è inventato tutto... Il nostro prestigio è più forte delle lamentele di un ragazzino
G.: sa che a pensarci un attimino la sua proposta è interessante? Lei, in pratica, mi sta chiedendo di fare una specie di performance...
Dir.: bravo! Vedo che lei è aggiornato. Una performance sul senso e sui metodi – ormai necessari - della pedagogia dell'arte oggidì.
G.: mi piace. Vado a procurarmi la sabbia.
Dir.: bravo! E vista la sua prontezza le darò anche la possibilità di scriverci sopra un saggio che verrà pubblicato nel prossimo catalogo. Anzi, le do già il titolo: “La meta-creazione: dall'opera d'arte all'arte in azione”. Le piace?
G.: tantissimo! E il ragazzo? La smetterà, poi?
Dir.: smetterà, smetterà. E se anche non dovesse smettere subito lei consideri una cosa: prima o poi diventerà GRANDE.


martedì 27 agosto 2013

Vero, finto

Nel mio condominio abita un anziano vedovo senza figli. Da un anno e più, non so perché, ha preso a cuore me e la mia compagna; ci regala marmellate, limoni, cioccolata. L'ho solo e sempre sentito al telefono; si muove da casa poco e non riceve nessuno. Al telefono mi racconta - è persona colta, legge, ascolta la radio tutta la notte - di cose un poco strabilianti; oggi per la prima volta è venuto a casa mia col suo pacchetto dono. Non si è fermato che pochi minuti; ancora cose strane racconta. Dubito che molto di quello che dice sia vero; gli anziani tornano bambini, mentono per farsi accettare, amare. Ma che importa? Che siano cose interessanti e dette bene, questo conta solo. Nella vita, come nella letteratura. O no?

lunedì 26 agosto 2013

venerdì 23 agosto 2013

Pollice verso


Terza puntata del giochino estivo.
E i libri, meglio se ben noti e celebrati, che avete detestato?

Eccovi la mia triade (ce ne sarebbero centinaia, ma nessun altro mi ha irritato quanto questi tre):
Antonio Moresco, "Canti del caos" (Mondadori),
João Guimarães Rosa, "Grande sertão" (Feltrinelli),
Gérard Genette, "Soglie. I dintorni del testo" (Einaudi).

lunedì 19 agosto 2013

PROUSTIANA (7)

C'è una singolare e diversa e misteriosa consonanza fra due albe, due rifugi, due fughe  in un altrove d'apparenza bucolica; Kostantin Levin, in fuga dall'amore infelice per Kitty, si sfianca a lavorare nei campi con i suoi mugiki, quasi sogna di sposare una contadina, vedendo una coppia felice nella loro semplice laboriosità, vive una notte di trasfigurazione con quella conchiglia rosa nel cielo, che però enigmatica all'alba scompare con l'epifania regale di una carrozza e dentro lei, Kitty, che ravviva tutti i sogni d'amore e spegne le fughe bucoliche; e il Narratore della Recherche, che in viaggio in treno per Balbec, dimenticato l'amore per Gilberte, in un'alba dentro una valle scorge una giovane contadina che porta del latte ai viaggiatori nella sosta e sogna di vivere con lei, per lei, perché quella felicità concreta e piccola, non astratta, sia vissuta fino in fondo, rispetto a tutte le metamorfosi irreali che costruiamo quando parliamo e sognamo la felicità. Ma con l'alba che scompare anche la giovane contadina la porta via il treno senza che lui, pur chiamandola ripetutamente, potesse acquistare da lei la bianca bevanda di quella felicità, la purezza inarrivabile che vi si nasconde dietro.

Proust, All'ombra delle fanciulle in fiore (Nomi di paesi: il paese), ed. I Meridiani, vol.1, pp.793-796

Tolstoj, Anna Karenina, parte III cap. XII, ed. Einaudi, pp.306-309.

venerdì 16 agosto 2013

Masterpiece

E infine, al fondo di tutto, accade
questo.

mercoledì 14 agosto 2013

PROUSTIANA (6)

da All'ombra delle fanciulle in fiore (Intorno a Madame Swann), ed. I Meridiani Mondadori, vol.1 p.740

Il tempo di cui disponiamo ogni giorno è elastico; le passioni che proviamo lo dilatano, quelle che ispiriamo lo restringono, e l'abitudine lo riempie.

domenica 11 agosto 2013

Il piacere della critica


"Il piacere della critica ci sottrae quello di essere profondamente colpiti da cose bellissime."

(da I caratteri, Jean de La Bruyère)

lunedì 5 agosto 2013

Perle


Una domanda smaccatamente balneare:
qual è stato, negli ultimi anni, il libro (di qualunque genere) che più vi ha colpito? Meglio se di un piccolo editore, e/o di un autore poco noto, e/o di difficile reperibilità.
(Ho, insomma, estremo bisogno di rinvenire una perla. Grazie a chi mi aiuterà).

Vi dico il mio: Paolo Bertolani, Il custode delle voci, Il Nuovo Melangolo.


sabato 3 agosto 2013

Da molto tempo...

Depuis longtemps, je n'ai plus voyagé seul. J'avais besoin d'un compagnon plus jeune, d'un entraineur; j'épousais sa joie. Cette solitude que je m'impose aujourd'hui va-t-elle me précipiter vers le travail? ou plutot vers le désespoir?...Je n'ai plus cette intrépide curiosité qui me lançait dans l'aventure, ni ce désir-besoin d'escalader ou de doubler monts et caps pour voir ce qui se cache de l'autre coté. J'ai vu l'envers sinistre de trop choses...


André Gide, Journal 1889-1939, Bibliothèque de la Pléiade, 1939, p.1331