un esemplare di Homo litteraticus rampicans di ca. 30-35 anni |
Homo litteraticus rampicans
(altrimenti detto linguaviscidus artifex)
Derivato dall’homo litteraticus simplex, suo immediato
progenitore, talvolta assai somigliante all’homo litteraticus progrediens, al punto di generare in più d'uno confusione, l’homo litteraticus rampicans prolifera e si riproduce in qualunque habitat, adattandosi ad ogni
latitudine e condizione ambientale. Di norma
sviluppa le sue attitudini sin dalla primissima giovinezza e le conserva,
raffinandole notevolmente, fin nell’età adulta, mentre le perde soprattutto in età avanzata; solo qualora, però, sia riuscito a soddisfare a pieno il decreto del suo Dna, decadendo pertanto la condizione iniziale della sua missione genica (scordarellus ex-adulator). Può presentare un pedigree blasonato tale da agevolarlo
notevolmente nell’utile allaccio di legami di branco (filius aut nepos clari hominis), ma è soprattutto il suo carattere
a distinguerlo: è di norma mite, mansueto, apparentemente timido, accondiscendente, gentile, educato e
molto socievole. Preferisce da subito la vita di branco, adattandosi senza grossi
problemi alla funzione di gregario (tirapiedicus
leccans) e, quando si presenta il destro, sa spodestare il capobranco sia per via esogena, in accordo con
altri capibranco, sia per successione ereditaria endogena indotta. Nel primo caso il suo
manto, sempre luminescente e sgargiante, assume temporaneamente i colori del branco neo-eletto
con poche variazioni cromatiche (voltagabbanus
raptissimus). Quando è nella stagione degli amori – praticamente 365 giorni
all’anno – sfodera una chiostra di denti bianchissima con la quale suole
partecipare ai convegni erotici, esibendosi in danze rituali collettive estenuanti (festivalierius
galoppinus) oppure offre personalissime esibizioni in sequenza ravvicinata (pubblicus presentator librorum suorum in omni Dei regno). Per
la legge draconiana che quello che si sa fare di solito non si insegna, può talvolta allevare piccoli branchi di giovani individui disorientati, così da procacciarsi
nutrimento e ampliare il suo territorio di caccia (magister creativae scripturae scholae), talaltra provvede alla
manipolazione della specie con esiti spesso assai più felici per la perpetuazione
della stessa (homicidiarius editor).
Quando, invece, decide di giustiziare i suoi consimili in modo aperto,
decretandone la vita o la morte (recensor
criticus), applica la normale condotta del mondo animale: provvede alla
soppressione dei più deboli e ininfluenti e premia i più potenti. Nell’espletare
questa attitudine è in grado di creare una fitta rete di relazioni sociali,
badando bene a non guastare utili e profittevoli affiliazioni, mentre è assai
abile nello scansare i contatti inutili, inprofittevoli. Tende a partecipare a
quanti più numerosi sottobranchi dediti alla selezione della specie (giuratus letteraticus), garantendo la
circolazione di quintetti agguerriti, dominatori della stagione annuale di caccia (cinquinae premiandae), sì da evitare l’intromissione di soggetti
inquinanti la specie medesima. Al culmine della sua vita matura, quando anche le
più sperdute nicchie ecologiche possono godere delle sue universe esibizioni rituali (intellettualis televisivus ubiquus),
può ricevere i massimi riconoscimenti della specie, assumendo ruolo di
capobranco o addirittura di totem sacrale (stregatus
insignis, meridianatus collector).
dalla Summa Ethologica
Litteratica ad scriptorium beneficium
renovata ab ovo usque ad mala (amotō dulce)
Liber I,2 p.8
Liber I,2 p.8
Vocis
compositor: fra’ Daniello Laquetticulo da Abbiategrasso
Ah ah ah!
RispondiElimina(Ma dove hai preso la mia foto?)
A.T.
Come, non sai che oltre comprare case e lauree si fanno anche le foto all'insaputa del beneficiario?
Eliminafra' Daniello in vinculis