mercoledì 19 dicembre 2012

A proposito di figli



Crescita


È cresciuta in silenzio come l'erba
come la luce avanti il mezzodì
la figlia che non piange.



(da Vittorio Sereni, Stella variabile, Torino, Einaudi 2010)


 

4 commenti:

  1. Penso che il primo verso sia di una bellezza splendente e immodificabile.

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  2. Per questo c'è poi da ammirare anche il verso successivo, senza dimenticare che è il terzo a svelare di che cosa si parla, inserendo poi con delicatezza un'ultima annotazione sibillina, che evita che questa poesia-cristallo sia vuota, sia pura delicatezza: l'idillio si vena sottilmente, la chiarezza si opacizza, il fiato disteso dell'endecasillabo viene troncato con un settenario che ci infila di soppiatto nei polmoni una piccola spina, di cui non sentiamo ancora la puntura.
    AT

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  3. Forse un po’ fuori luogo per l’occasione natalizia che ci vorrebbe tutti “più buoni”, ahimè riporto solo qualche mia flebile impressione, scaturita di getto d’altronde.
    A prescindere dalla lettura estetica, quel settenario di chiusura un po’ mi inquieta. Mi interrogo sulle possibili cause: può la mancanza di lacrime esprimere un disagio maggiore di un pianto manifesto? Si può resistere a un dolore inespresso? Tanti e tali potrebbero essere i motivi di simili esternazioni.
    Vorrei andar oltre, approfondire, svelare l’arcano.
    Casualmente ricado su altri versi, questi:

    SARÀ LA NOIA

    dei giorni lunghi e torridi
    ma oggi la piccola
    Laura è fastidiosa proprio.
    Smettila – dico – se no...
    con repressa ferocia
    torcendole piano il braccino.

    Non mi fai male non mi fai
    male, mi sfida in cantilena
    guardandomi da sotto in su
    petulante ma già
    in punta di lagrime,
    non piango nemmeno vedi.

    Vedo. Ma è l’angelo
    nero dello sterminio
    quello che adesso vedo
    lucente nelle sue bardature
    di morte
    e a lui rivolto in estasi
    il bambinetto ebreo
    invitandolo al gioco
    del massacro.

    In cui ritrovo il pianto asciutto di un genere umano che ha sgorgato ormai tutte le sue lacrime.

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  4. Certo, quella poesia richiamava questa, più famosa, ma quel non piangere, appunto, non si risolve in quell'essere "in punta di lagrime" della bambina petulante, che nel frattempo si immagina cresciuta: resta l'ombra terribile di una storia privata e della Storia che continua a procedere...

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