giovedì 4 aprile 2013

Felicità è

ripararsi dalla pioggia sotto il portico di via XII Ottobre dal lato della Rinascente, sbirciare nella bancarella di libri usati e trovare al volo (a cinque euro!) la prima edizione italiana de "Le botteghe color cannella" di Bruno Schulz.

Ero così contento che, con gesto inconsulto, ho comprato anche una copia di "Siddharta"*.

*[però a un euro]

8 commenti:

  1. Com' è possibile, Claudio? Io quando passo di lì con la pioggia devo fare lo slalom tra i venditori asiatici di ombrelli! Una bancarella di libri! E davanti alla Rinascente! Non mi capacito...

    RispondiElimina
  2. Ma sai, Franco, che quella bancarellina c'è forse da prima della Rinascente? Si tratta di un lato corto di portico, da qui a lì, sino a poco tempo fa gestito da un anziano dal carattere bruttissimo che smoccolava sempre tra i denti e sistemava i libri secondo criteri casuali. Ricordo di averci trovato un "Dedalus" tradotto da Pavese fra un almanacco illustrato del calcio e un libercolo di magia nera.

    RispondiElimina
  3. e, come spero, hai preso l'almanacco illustrato.
    ricky

    RispondiElimina
  4. Grazie Claudio! Appena vado a Milano glielo dico alla Rinascente che non è il caso di nascondere un simile tesoro... Mi guarderò bene intorno, slalomando tra venditori di ombrelli e folla del sabato pomeriggio (forse non devo andarci di sabato pomeriggio però
    ...)

    RispondiElimina
  5. Caro Franco, si tratta ahinoi della Rinascente di Genova (però sotto la pioggia e con l'aiuto della fantasia può sempre succedere di tutto...)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Nooooo, un vero equivoco teatrale... - Scusi nou vulevon savuar... per andare... dove dobbiamo andare... da che parte dobbiamo andare?

      Elimina
  6. Pensare che io, su quelle bancarelle o dietro le vetrine della Rinascente, ci sono nato. Ipoteticamente parlando.
    Là dove stanno ora i grandi magazzini (a Genova) c’era un dedalo di strade dove io ho trascorso la mia prima infanzia.

    Così a volte mi vedo a cavallo tra passato e presente, quand’ecco che i ricordi si sovrappongono, con uno sforzo di fantasia mi immagino ancora in fasce cullato tra le braccia di una cassiera dei famosi magazzini o assopito dalla nenia del frusciar di vecchie pagine.

    Prima della rinascita edilizia esisteva la vecchia e popolosa Portoria, culla di tanta gioventù irrequieta, abile alla lippa o altri giochi di strada. Ed era anche il centro, a fianco correva via XX Settembre, commerciale quanto adesso ma allora invasa da cinema e teatri, ricetti di modernità e dispensatori di pseudo cultura, soprattutto americana. Le smorfie di E.G. Robinson, J Cagney, H. Bogart si rispecchiavano sui volti di esuberanti giovanotti. Mi par di sentire ancora rimbombare i colpi d’arma da fuoco nelle gangster story tanto amate da mio padre.

    Tempi del Balilla, ahimè, diranno i posteri.

    (Erano i luoghi storici della rivolta agli austriaci, di un certo G.B. Perasso che incarnò l’orgoglio di una popolazione talvolta schiva ma mai doma)

    RispondiElimina