lunedì 29 luglio 2013

PROUSTIANA (5)

da All'ombra delle fanciulle in fiore (Intorno a Madame Swann), ed. I Meridiani Mondadori, vol.1 pp.640-642


E non solo non ci si impradonisce subito delle opere davvero rare, ma all'interno di ciascuna di esse, ed è quanto mi accadde con la sonata di Vinteuil, le parti che si colgono per prime sono proprio le meno pregiate. [...]

Non avendo potuto amare che in tempi successivi tutto ciò che la Sonata mi offriva, non la possedetti mai per intero: somigliava alla vita. Ma, meno deludenti di questa, i grandi capolavori non cominciano mai col darci il meglio di sé. Nella Sonata di Vinteuil, le bellezze che si scoprono per prime sono anche quelle di cui ci si stanca pù in fretta, e indubbiamente per la stessa ragione, cioè perché sono quelle che meno differiscono da quanto già conoscevamo. [...]

[...] lei che per il solo potere della sua bellezza era divenuta invisibile e rimasta ignota viene per ultima a noi. Ma sarà anche l'ultima che noi lasceremo. E l'ameremo più a lungo delle altre, perché ci sarà voluto più tempo per amarla. [...]

Quella che noi chiamiamo posterità, è la posterità dell'opera.

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