A volte, di pomeriggio, il cielo era attraversato dalla luna bianca come una nube, furtiva, senza splendore, simile a un'attrice che non deve recitare a quest'ora e che dalla platea, vestita da città, guarda per un momento i suoi compagni, cercando di scomparire, sperando che non si faccia caso a lei.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Caro Danilo, grazie per questa "Proustiana". La "Recherche" è davvero da leggere con la matita in mano! Un mitico professore dell'università di Milano, titolare della cattedra di Teorie della rappresentazione e dell'immagine, la definiva un vero e proprio manuale di estetica.
RispondiEliminaCara Giovanna, sarebbe bello farne un florilegio (se già non esiste): ad es. delle sole similitudini. Un vero libro a parte. Classiche e modernissime, sacre e profane insieme. Parte del gorgo magmatico della sua scrittura architettonica. O del punto e virgola; il 'punto' che regge tutto l'universo proustiano.
RispondiEliminaD.L.
Mi sa che esiste: un breviario della Recherche ad opera della Valduga...
RispondiElimina