mercoledì 15 maggio 2013

Il teatro: arte povera e biologica

Il teatro è un'arte povera e biologica. Povera perchè non ha bisogno di molto denaro per essere esercitata; biologica perché l'unica ricchezza che può vantare è nella qualità globale della persona che la esercita.
Per questo prima di dire: “faccio teatro”, dovrei pensare “mi do al teatro”. “Darsi al teatro”, viene prima di “fare il teatro”. Quando ci si dà, il proprio fare risulta come illuminato da quel darsi, che è una sfida di ogni giorno e di una vita. Quando si fa senza darsi il risultato potrà anche essere buono, ma sarà sempre episodico e soggetto alle oscillazioni dell'umore, agli accidenti della vita, insomma alle forze distrattive che ci allontanano da noi stessi. Poiché “fare” e “darsi” quando sono simultanei, quando vengono bruciati insieme sullo stesso altare, provocano un'adesione totale a ciò a cui si tende. Di questa adesione totale ha bisogno l'attore - l'uomo e la donna di teatro. Senza questa adesione fare teatro è un atto mancato, che si aggiunge ai tanti atti mancati della nostra vita.

Dunque è l'attore che ha bisogno di questa adesione totale, non è il teatro che ha bisogno dell'attore.
Se l'attore non sente questo bisogno, perché fa teatro? Attori che fanno teatro senza aderire con la totalità del proprio essere ce ne sono molti: sono gli esibizionisti e i pavidi. I primi non hanno bisogno di aderire ad alcunché, poiché si nutrono della soddisfazione superficiale che proviene dal mostrarsi agli altri per le proprie supposte grandi qualità: di bravura tecnica, di sentimento; tutte osservate minuziosamente allo specchio prima di essere rese pubbliche. I secondi vorrebbero aderire, ma scappano quando il gioco si fa troppo serio. Entrambi sono in fuga dalla vita profonda, ma per i primi il teatro è un farmaco eccitante, per i secondi una pomata che allevia il sintomo.

(Foglietto manoscritto dell'attore *** trovato, dopo la sua morte, nella tasca di un paio di pantaloni da lavoro conservati nel guardaroba della casa di campagna dello stesso).

5 commenti:

  1. Bellissimo, Franco! Il teatro è sempre e solo carne, sangue, sudore, corpo a corpo...altrimenti non è. E' cassetta che si riavvolge, esercizio assolutorio, siparietto bofonchiante. Nulla più.

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  2. Oh, bel pezzo, Franco!
    Ho il sospetto che esibizionisti e pavidi coincidano, però ripeto: Oh, bel pezzo, Franco!
    I tuoi interventi sono sempre vividi, gioiosamente tridimensionali*.

    * (per gli under 20: tridimensionali = 3D).

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  3. Caro Franco, ribadisco: è ora di riprendere un bel po' di ciò che hai scritto sul blog per la rivista.
    AT

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  4. Sottoscrivo. Aspetto da tempo il battesimo di "In tralice". Avrei voluto sgangheratamente provarci per "La serata a Colono" ma poi è andata in altro modo.

    DL

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  5. Grazie ragazzi. Prendo con entusiasmo il suggerimento del diretur e mi metto al lavoro...

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