giovedì 14 febbraio 2013

Proust ad alta voce

L'altro giorno in occasione della prima puntata del Proust letto ad alta voce da Sandro Lombardi erano collegati in studio su Radio Tre Rai l'attore Lombardi appunto, lo scrittore Piperno e la poetessa Valduga. A un certo punto Valduga ha detto che Proust è un grande per via della musica della frase, che uno per apprezzare Proust deve apprezzare la letteratura e basta; perché non è vero che nella Recherche non succede niente come dicono alcuni; e alla fine se uno vuole che succeda qualcosa in un romanzo vada a leggersi gli americani. Subito dopo Lombardi ha affermato che invece secondo lui in Proust c'è la vita, ci sono tutte le pieghe del cuore umano e altre cose che adesso non ricordo, così come a grandi linee chiedo perdono ho ripetuto le frasi un po' incespicanti, dette con voce allappata a dire il vero, della poetessa.
Fatto sta che io la sto rileggendo, la Recherche, e devo dire che non so se ha dentro solo della vita o solo della letteratura, ma sicuramente nel leggerla a voce alta (rieccoci!) ti prende un po' la sensazione del grande fiume, con una grande corrente a cui non puoi resistere; e anche quando ci sono delle secche c'è qualcosa che ti fa proseguire; ma poi arrivi ai gorghi ed è lì che ti risucchia, mentre dove la corrente risulta più debole e quasi assente il fiume è solo apparentemente fermo. Basta infatti volgere lo sguardo alla riva per accorgersi che le cose intorno si muovono esibendo una varietà e una vivacità che le rende nuove, fresche, vive. E tutto questo risulta ancor più evidente se ti metti a leggere a voce alta. Strano no? Mai avrei pensato che una prosa come quella riuscisse a entrare nel fiato di un parlante e che il fiato di quel parlante riuscisse a potenziarsi a contatto con quella corrente. A che cosa siamo di fronte dunque, alla vita o alla letteratura?

8 commenti:

  1. Un Franco Acquaviva in forma mundial!

    Altra operazione magica, ad averne il tempo e la voglia, sarebbe quella di ricopiarli, certi testi fondamentali della letteratura.

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  2. Bellissima questa condivisione, Franco! Grazie.

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  3. Ventitré anni fa acquistai il meridianesco cofanetto per 200 mila lire (un dissanguo per una matricola!). Da allora non è stato mai toccato. A vent'anni non avevo l'animus, a trenta la serenità. Da un anno mi dico: quaranta è l'età giusta sia per leggere (o rileggere per chi l'abbia già fatto) sia per scrivere certe cose. Da una decina di giorni ho preso la decisione di avviarmi nell'impresa da maggio, quando avrò terminato alcune altre letture di cui ho bisogno. Un otto mesi di studio ho preventivato (d'altronde in quell'edizione solo il romanzo è di 3.700 pagine, più il ponderoso apparato di note, che pure andrebbero evitate ma sono fatte così bene, si arriva alle 4500 circa).
    Terrò a mente anche le tue valutazioni, Franco, pur provandomi, per quello che è possibile dinanzi a un monumento,a inseguire una lettura vergine.
    Insomma se nei prossimi tempi dovessi scomparire saprete perché.

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  4. Grazie dei vostri commenti, ragazzi. Sarebbe bello un giorno fare una lettura collettiva ad alta voce di qualcosa che ci appassiona...

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  5. Grazie dei vostri commenti, ragazzi. Sarebbe bello un giorno fare una lettura collettiva ad alta voce di qualcosa che ci appassiona...

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  6. grazie per i due bellissimi contributi.

    quello che scrivi mi fa venire in mente alcune questioni di filosofia del linguaggio, e in particolare un libro del linguista inglese J.L. Austin, Quando dire è fare, Torino, Marietti, 1974.

    lì Austin stabilisce una relazione tra linguaggio e azione, addirittura introducendo nel suo discorso la nozione di "performativo" - il suo punto è: un enunciato serve a fare.

    ho visto che più o meno dalle tue parti questo libro dovrebbe essere disponibile in queste biblio, se ti interessa: http://www.librinlinea.it/bid/SBL0563809

    credo che potrebbe essere una lettura interessante, e molto pertinente ciò di cui parli.



    bella anche la proposta di trovarsi a leggere a voce alta, e il contributo di chi dice degli anziani che non riescono più a legger da soli.

    pensavo.

    lì da voi esistono le Banche del tempo?

    se sì, forse potrebbe aver senso proporsi per leggere ad anziani in casa, e in cambio ricevere ore di qualche servizio fatto da qualcuno.

    credo che in questi tempi avvelenati potrebbe essere una possibilità sana.

    un caro abbraccio, qui nevica, bello!
    m

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  7. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  8. Franco, Proust ti ha risposto in qualche modo là dove scrive: "La vita, la vera vita, la sola vita veramente vissuta infine, è la letteratura". Una frase che nelle sue stratificazioni di senso e di valori mi perseguita d quando lo lessi tutto in un'estate solitaria, diciannovenne. A presto, spero ... e se fai lettura a voce alta di Proust e mi vuoi, ci sono. Laura

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